verseggiare č far danzare le parole, č come quando si
cucina ballando: potremmo farlo senza ritmare le nostre
movenze, eppure no, continuiamo a muovere il sedere.
a me capita di vomitare i versi, letteralmente. non
capita spesso, e ancora meno spesso mi capita di
appuntarli. alle volte mi decido a farlo perchč vorrei
significare un grande argomento e non trovo modo
migliore per far ascoltare cosė tanto in cosė poco tempo.
solo i versi possono restringere le idee, accoppiarle o
comprimerle tutte in un pacchetto, cosė che, una volta
slacciato il nastro che lo serra, possano esplodere
tutte insieme creando sensazioni ton-sur-ton.
ho diviso i miei pochi versi - al nero, al bianco, al
rosso - per coloro che, disponendo di un po' di tempo,
si trastullano a cercare aromi sconosciuti o bizzarri.
l'unica mia speranza č di non far torto alle muse ed al
mercurio mio per mancanza di perizia o
-peggio- per presunzione d'ingegno.
Sforzo (inutile?) del poeta provinciale
Come t' ispira doglia,
non voglia
la musa suggerire
attimo oscuro di sentenzioso canto.
Spunti del Dio Veloce
la voce
nitida per vestire
il giovane poeta del suo manto.
Luigi
Vittori |